Determinante per la richiesta di un incremento di capitale da parte del terzo gruppo assicurativo italiano quotato in borsa in Italia è stato il solvency ratio che dal 147% registrato nel mese di marzo di quest’anno, a maggio è sceso al 122%.   L’Assemblea generale fissata per il 26 giugno dovrebbe non solo decidere in merito all’aumento di capitale, ma anche su una nuova governance e una possibile trasformazione del gruppo assicurativo, attualmente organizzato in forma di cooperativa, in una società per azioni. Quest’ultimo obiettivo era già stato nel mirino dell’ex-CEO, Alberto Minali.  Il suo piano tuttavia aveva incontrato resistenze interne, tant’è che lo scorso autunno Minali si è visto costretto a dare le dimissioni. L’esperto assicurativo ha ora anche abbandonato la sua funzione all’interno del consiglio d’amministrazione e richiede un risarcimento di 9,25 milioni di euro.

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Minali era stato alla guida del gruppo assicurativo vicino al mondo cattolico finanziario per quasi tre anni e sotto la sua amministrazione, nel 2019 Cattolica aveva registrato «il miglior bilancio» degli ultimi dieci anni. Gli è anche riuscito di convincere il grande investitore statunitense Warren Buffet a entrare nel capitale di Cattolica: con una quota del 9% Buffet è diventato di fatto il primo azionista della società; la sua partecipazione all’aumento di capitale è incerta.  La Banca Centrale Norvegese ha di recente abbassato la sua partecipazione dal 2,5% allo 0,6% mentre la Bank of America, e in particolare BofA Securities che deteneva una quota dell’1,07%, ha azzerato la sua partecipazione in Cattolica Assicurazioni.  Anche Credit Suisse, con il suo 1,3%, è uno degli azionisti di Cattolica.