L’uso di Internet da parte dei bambini anche a casa è fonte di discussioni: oltre la metà dei genitori con figli dai 6 ai 17 anni dichiara di litigare, almeno occasionalmente, per il tempo trascorso davanti allo schermo.
L’uso dello smartphone divide molte famiglie, lo dimostra il Rapporto sul monitoraggio delle cyber-apprensioni AXA realizzato in collaborazione con l’istituto di ricerca Sotomo. Dei genitori intervistati con figli minorenni di età pari o superiore ai sei anni, oltre la metà (55%) ha dichiarato di litigare occasionalmente o frequentemente a casa per il tempo trascorso davanti allo schermo. Quasi tutti hanno stabilito con i propri figli delle regole per l’uso di Internet, ad esempio limitando l’accesso a determinate piattaforme online o il tempo trascorso davanti allo schermo. Ma l’attuazione delle misure concordate si scontra con la realtà: circa la metà dei genitori infatti dice di trovarsi in difficoltà. Il 51% degli intervistati ritiene (piuttosto) difficile limitare determinate piattaforme e app, mentre il 46% riesce a fatica a limitare la durata del tempo allo schermo.
Preoccupazione per gli episodi di cyberbullismo e di cybergrooming
Anche il resto della popolazione è critica nei confronti dell’uso di Internet da parte dei bambini. Benché gli intervistati vedano anche dei vantaggi, come l’acquisizione di competenze tecniche (39%), l’accesso alle conoscenze (38%) o la possibilità di utilizzare supporti didattici (37%) e piattaforme didattiche (32%), il tema del cyberbullismo è fonte di grande preoccupazione: circa il 43 per cento delle persone intervistate considera il confronto con il mondo digitale una delle maggiori sfide per i bambini. Anche il cybergrooming (40%), ossia la manipolazione mirata dei bambini a fini sessuali, e la visualizzazione di immagini dal contenuto sessuale (37%) sono percepiti come rischi. Per il 36 per cento l’uso eccessivo di Internet rappresenta una sfida importante per i bambini. «Le preoccupazioni sono quindi molteplici: da un lato riguardano i pericoli in agguato di Internet, dall’altro il tempo trascorso allo schermo e quindi la dipendenza da Internet. Ciò potrebbe anche implicare una riduzione delle attività offline», afferma Katrin Sprenger, responsabile dei Servizi di prevenzione dei cyber-rischi di AXA.
Responsabilità dei genitori
Una netta maggioranza (85%) ritiene che i bambini non siano sufficientemente informati sui rischi collegati alle piattaforme online. Ma a chi spetta questo importante compito? A tale riguardo, la popolazione ritiene che siano soprattutto i genitori a doverlo espletare (89%). Inoltre, il 77 per cento ritiene che anche le scuole debbano svolgerlo. La maggior parte dei genitori di figli minorenni si sente all’altezza di questo compito (62%). Ma oltre un terzo (38%) dichiara di non sentirsi in grado di proteggere a sufficienza i propri figli dai rischi cibernetici. «Il mondo digitale si evolve rapidamente e di continuo, rendendo molto difficile per i genitori mantenere una visione d’insieme», afferma Michael Hermann, responsabile di Sotomo.
Divieto di utilizzo dei cellulari nelle scuole
Alcuni cantoni prevedono, a partire dal nuovo anno, il divieto dell’uso del cellulare nelle scuole dell’obbligo. Una netta maggioranza della popolazione svizzera è d’accordo con questa misura. L’81% degli intervistati è quindi (piuttosto) favorevole al divieto dei cellulari nelle aule e nei cortili delle scuole. Ma non è tutto: l’80% si è dichiarato favorevole al divieto di accesso ai social media per i minori di 16 anni. «Ciò dimostra che nel mondo digitale c’è un grande bisogno di proteggere i bambini. La popolazione svizzera ritiene che siano necessarie misure politiche», afferma Michael Hermann.
Divieto di Tiktok per tutti
Alla domanda sull’età effettiva a partire dalla quale determinate attività online possono risultare appropriate, gli intervistati hanno in media dichiarato che a partire dai 10 anni si possono consentire i giochi online. Per l’utilizzo delle piattaforme video la popolazione auspica in media un’età minima di 13 anni mentre per l'uso di propri profili social e per un accesso illimitato a Internet, un’età minima di 14 anni. Una parte delle persone intervistate inoltre ritiene che in generale i bambini non dovrebbero cimentarsi con queste attività online. La piattaforma Tiktok, criticata per avere un elevato potenziale di dipendenza, viene valutata criticamente non solo tra i bambini, ma anche tra gli adulti. Il 48 per cento è favorevole a un divieto generale per tutte le fasce d’età, il 39 per cento è invece contrario e il 13 per cento è indeciso. Tuttavia, l’atteggiamento nei confronti di un divieto di Tiktok varia notevolmente a seconda della fascia di popolazione. Le persone più anziane sono più favorevoli dei giovani. Ma anche tra le persone che usano Tiktok settimanalmente, un quinto è a favore di un divieto. (AXA/hzi/ps)
Studio
Il Rapporto sul monitoraggio delle cyber-apprensioni di AXA è nato in collaborazione con l’istituto di ricerca Sotomo. Il sondaggio rappresentativo, con una platea di 1706 partecipanti di entrambi i sessi, è stato condotto tra il 26 febbraio e il 10 marzo 2025. La base da cui sono stati individuate le persone intervistate è costituita dalla popolazione maggiorenne residente nella Svizzera tedesca e francese e linguisticamente integrata.