Urs Arbter, direttore dell'Associazione Svizzera d'Assicurazioni, parla della regolamentazione in aumento, della previdenza per la vecchiaia e della carenza di personale qualificato.

Tra inflazione, crisi energetica e minacce informatiche, oggi ci troviamo di fronte a problemi completamente diversi: gli assicuratori privati svizzeri sono pronti ad affrontare queste sfide?

Urs Arbter: È vero che oggi discutiamo di temi che fino a pochi anni fa non avremmo pensato di affrontare con una tale intensità, ma sì: il settore assicurativo è attrezzato per occuparsi di questi temi, benché comportino delle sfide per noi. Ad esempio, dobbiamo essere in grado di spiegare alla nostra clientela che cosa è assicurabile e che cosa non lo è.

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Quali sono gli eventi tipicamente non assicurabili?

Un buon esempio è la penuria di energia elettrica: è prevedibile, di portata nazionale e con un enorme potenziale di danno economico; pertanto, non è assicurabile dagli assicuratori privati.

Come mai?

Nel caso di un simile evento, la rete di distribuzione elettrica rimane intatta, ma vi è una carenza strutturale di offerta rispetto alla domanda. Non si tratta, però, di un fallimento del mercato: una penuria di energia elettrica è il risultato di una regolamentazione non mirata. Una penuria di energia elettrica non può essere diversificata, in quanto possono esserne colpiti l’intera Svizzera o addirittura diversi Paesi europei contemporaneamente. Conosciamo questa problematica dalla pandemia di coronavirus.

Come hanno reagito gli assicuratori privati durante la pandemia?

Due anni fa, in seno a un gruppo di lavoro federale, abbiamo elaborato una proposta su come si potrebbe assicurare su larga scala una pandemia. Purtroppo, a oggi non vi è ancora un’assicurazione contro le pandemie; non c’è stato sufficiente interesse politico per questo tipo di partenariato tra Confederazione, assicuratori e assicurati.

Cos’altro occupa attualmente il settore assicurativo?

Oltre ai rischi maggiori, a impegnarci di più è l’inflazione. Malgrado i segnali economici ci siano stati, l’economia si trova confrontata con sfide alle quali non era più abituata.

Come sta reagendo il settore?

Le somme assicurate devono essere adeguate al rialzo; col tempo aumenteranno anche le prestazioni. Nel ramo vita, ciò comporta un ritorno dei tassi di interesse.

La previdenza per la vecchiaia è un altro tema di cui gli assicuratori privati si stanno occupando in modo approfondito. Quali sfide comporta l’aumento dell’aspettativa di vita?

La Svizzera dispone dell'equilibrato sistema dei tre pilastri: AVS, LPP e risparmio volontario per il terzo pilastro. Si tratta di una conquista importante che fornisce una buona base, ma, dall’introduzione di questo concetto 50 anni fa, la nostra società è cambiata molto: a causa degli sviluppi demografici, oggi ci sono sempre più pensionati rispetto alle persone attive. Abbiamo anche modi di vivere e lavorare molto diversi rispetto al passato; perciò, è necessario adeguare il sistema.

«Chi è motivato e si impegna ha la possibilità di crescere e di affrontare sempre nuove sfide.»

Urs Arbter

Gli elementi decisivi per una riforma LPP praticabile sono l’immediata riduzione dell’aliquota di conversione minima al 6,0 percento e la garanzia del livello delle rendite, sia a lungo termine, sia per la generazione di transizione mediante misure di compensazione adeguate. La riforma LPP è attualmente all’esame del Consiglio degli Stati. C'è da sperare che l'oggetto venga portato avanti senza ulteriori indugi.

Se proviamo a guardare al futuro, che cosa serve alla Svizzera per continuare a essere una piazza assicurativa attrattiva?

Il motto è e rimane lo stesso: «regolamentare l’indispensabile, ma il meno possibile». Purtroppo, si tende a voler regolamentare sempre di più, però non tutti gli eventi devono finire per essere regolamentati. La fiducia nelle forze di mercato deve tornare ad avere un peso maggiore. La regolamentazione che non è strettamente necessaria genera soprattutto costi, che a loro volta si ripercuotono sui premi. Mi aspetto che l’autorità di vigilanza segua da vicino la riforma e che intervenga con una regolamentazione unicamente quando, da una prospettiva globale, questa apporta un valore aggiunto.

Regolamentazione contro libertà?

È proprio questa la parola chiave: la libertà economica è molto importante anche per le compagnie di assicurazione. Solo così possono offrire alla clientela prodotti validi e innovativi.

Come si possono evitare ulteriori regolamentazioni?

Affrontando in modo adeguato le questioni che si pongono all'interno dell'associazione di settore ASA. Ad esempio, l’anno scorso abbiamo lanciato un progetto sulle prestazioni supplementari nell’assicurazione complementare ospedaliera. Nello specifico, si vuole dare una struttura ai conteggi delle prestazioni complementari: in futuro vogliamo garantire la loro trasparenza e comprensibilità. Se gli assicurati sono informati sui servizi a cui hanno diritto, si rafforza l’interesse della clientela e anche noi possiamo evitare ulteriori regolamentazioni.

Lei ha due figli, nessuno dei quali lavora nel settore assicurativo. Che cosa dovremmo dire a un futuro impiegato di commercio o a una giovane diplomata per motivarli a lanciarsi nel mondo delle assicurazioni?

Sono molti gli argomenti a favore! A seconda della scelta di lavorare per una riassicurazione, per un’assicurazione vita, nel ramo non vita o per un’assicurazione malattie, la professione può essere molto diversa, ma tutti gli ambiti sono interessanti. A questo si aggiungono le numerose opportunità di carriera che il nostro settore offre, sia in patria, sia all’estero. Chi è motivato e si impegna ha la possibilità di crescere e di affrontare sempre nuove sfide. La portata, ma anche l’utilità del settore assicurativo, rendono il nostro settore un ambito oltremodo stimolante e attrattivo.