Ne parliamo con Salvatore Lavorato, 43 anni, economista d’assicurazioni diplomato federale HF/ES, e dal 2017 Amministratore Delegato di RVA Associati con sede a Lugano nonché Presidente della sezione ticinese di ASDA, l’Associazione Svizzera di Diplomati in Assicurazione fino al 2020.

Signor Lavorato, come vede il futuro immediato del mercato assicurativo in Ticino?
Per quanto riguarda la nostra società, benché rispetto al 2019 si sia evidenziato un certo rallentamento, soprattutto nel secondo semestre di quest’anno abbiamo anche registrato ancora l’acquisizione di nuovi mandati in una percentuale degna di nota; un fattore questo, che mi infonde molta sicurezza. Lo sprazzo di luce che la scorsa estate ha rischiarato non poche ombre ci ha consentito di recuperare terreno, accrescendo la fiducia nella nostra economia. Occorre assolutamente portare avanti le misure messe in atto dalle autorità per calmierare gli effetti negativi delle chiusure di tanti esercizi. Ovviamente tali misure sono state sinora d’aiuto solo per le ditte ben avviate e soprattutto per il lasso di tempo intercorso tra la sospensione delle restrizioni previste dal lockdown alla loro reintroduzione. Indicativamente posso affermare che, nonostante il Covid, durante il 2020 la percentuale di mandati che ci sono stati assegnati in circa sei mesi si è ridotta di poco meno di un terzo rispetto allo scorso esercizio.

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Quali saranno, secondo la sua opinione, le ripercussioni a lungo termine della pandemia sul panorama assicurativo? 
Dal punto di vista psicologico, una delle conseguenze più eclatanti del Covid è stata la perdita delle nostre certezze quotidiane, situazione paragonabile, anche se in minima parte, a chi ha vissuto la guerra. Dal punto di vista economico, va detto che in qualità di assicuratori siamo stabilizzatori del benessere: dobbiamo assicurare l’autonomia delle aziende e di chi ha clienti e responsabilità. Fungiamo da garanti di quello che un imprenditore o un privato in genere ha ottenuto nel corso del tempo. E in quanto tali, la nostra attività in futuro sarà senz’altro vista con maggior consapevolezza: il cliente sta attualmente vivendo sulla propria pelle queste incertezze e quindi apprezza ulteriormente il supporto degli assicuratori per i rischi non gestibili. E questo grazie alla consulenza e alla ricerca di una possibile soluzione utilizzando appropriati strumenti assicurativi. 

Entrano quindi in gioco nuovi modelli di business che assumono un’importanza centrale in questo particolare momento. Anche se le compagnie d’assicurazioni in genere sono caratterizzate da un certo tradizionalismo, per noi intermediari indipendenti, la spinta verso la digitalizzazione del settore assume un ruolo fondamentale; ed è proprio sulla digitalizzazione che, al pari dell’intero Gruppo Fidinam di cui facciamo parte, RVA sta puntando. Basti pensare alle riunioni e consulenze in streaming proposte nelle quattro sedi di RVA (Lugano, Mendrisio, Bellinzona, Ginevra) e che, in questo formato, risultano anche più facili da organizzare. In buona sostanza, chi fa impresa è sempre in movimento; occorre quindi agire e reagire ove possibile. Per contro, nell’ambito delle polizze di previdenza 3a e 3b, abbiamo registrato un’importante riduzione del pagamento dei premi anche per le polizze in essere Il debito sulle generazioni future è un dato di fatto, inasprito dalla pandemia.

Considerata la sua vicinanza geografica all’Italia fortemente colpita dal virus, il Ticino ha accusato colpi maggiori rispetto al resto della Svizzera? 
In Ticino il lockdown è stato disposto all’incirca un mese e mezzo prima rispetto al resto della Svizzera. Il suo effetto è stato disorientante e in questa condizione abbiamo dovuto reagire. Io stesso mi sono trovato improvvisamente a dover gestire da casa i miei due figli più piccoli e, contemporaneamente, le 25 persone impiegate in azienda. 

È vero che il nostro cantone vive anche di entrate dall’Italia, ma il settore assicurativo conduce, per così dire, una sua vita autonoma poiché assicura esclusivamente le aziende e i privati che operano in Svizzera. Da questo punto di vista quindi non ha risentito particolarmente della crisi che ha colpito l’Italia.

Alla stregua degli altri cantoni abbiamo vissuto un rallentamento economico per quanto riguarda le attività collegate alle persone che venivano in Svizzera essenzialmente per turismo. Anche i nostri grossi centri commerciali legati al factory store hanno sempre rappresentato una forte attrazione turistica; ora il flusso invece parte dalla Svizzera tedesca. Ovviamente anche la chiusura di molti alberghi ha avuto delle ripercussioni negative sulle cifre d’affari e sul courtage in calo espresse in termini percentuali sui premi assicurativi. 

Come hanno reagito le diverse compagnie d’assicurazione e, nella situazione di stallo che stiamo vivendo, si può ancora parlare di concorrenza?
La concorrenza è tuttora assolutamente viva: l’iniziale disorientamento ha lasciato ben presto spazio all’operatività. Dobbiamo individuare nuove soluzioni che consentano al comparto di non cadere nell’immobilismo; anche nella situazione che il settore assicurativo sta vivendo vedo un ampio margine di miglioramento. In questo frangente le compagnie hanno saputo reagire velocemente e sono state sempre concilianti con i partner, collaboratori e clienti.

Quali strategie in ambito assicurativo sono state adottate durante il lockdown?
Oltre ai provvedimenti di carattere pratico come il telelavoro, la collocazione in svariati punti delle nostre sedi e delle agenzie di dispenser per disinfettate, divisori in plexiglas e l’uso obbligatorio delle mascherine anche per i clienti, si è posta in primo piano la comunicazione verso l’esterno: un’informazione proattiva e costante con cui aggiornare i clienti su ciò che era assicurato o non, e come muoversi di conseguenza. La maggior parte delle compagnie ha anche accordato il posticipo dei premi di sei-sette mesi. 

Anche la Suva è andata incontro alle aziende assicurate sul fronte dei premi: a causa della pandemia, in alcuni settori professionali si verificano meno infortuni e di conseguenza la Suva si attende nel 2020 costi più bassi nelle rispettive classi di rischio.  Si formeranno pertanto eccedenze straordinarie di premi che potranno riguardare sia l'assicurazione contro gli infortuni professionali sia l’assicurazione contro gli infortuni non professionali. Il calo dei costi infortunistici previsto a livello settoriale per il 2020 potrà essere contemplato comunque solo a partire dal calcolo dei premi per il 2022.

Il contributo del settore assicurativo alla piazza finanziaria ticinese è ancora importante o si registra un calo degli impieghi?
Per quanto ne so, non c’è stato in generale un ridimensionamento del personale riconducibile al Covid. Si è potenziata la digitalizzazione per garantire un’assistenza più snella ai clienti. Nel comparto assicurativo questa tendenza non dovrebbe comportare la riduzione del numero di impieghi, come invece è accaduto nel settore bancario: UBS e Credit Suisse hanno chiuso alcune filiali poiché la clientela è diventata più autonoma nella gestione e nell’uso degli strumenti online messi a disposizione. Per il nostro settore è diverso: noi siamo degli stabilizzatori finanziari che forniscono consulenza, un ambito in cui il rapporto diretto con il cliente è essenziale; se lo si istruisce adeguatamente, gli sviluppi nella distribuzione dei prodotti potrebbero diventare molto interessanti. Vedo nella digitalizzazione un grande potenziale di crescita per il settore assicurativo. Tra l’altro ci facilita moltissimo il lavoro; in questo periodo siamo stati subissati di telefonate e richieste che abbiamo potuto efficacemente gestire online. Abbiamo ovviamente vissuto un congelamento temporaneo delle assunzioni che sono solo state procrastinate e stiamo riprendendo adesso.

In qualità di Amministratore delegato di RVA Associati, sa dirmi se e in che modo sono recentemente cambiati i rischi inerenti all’attività dei clienti? 
Ho constatato un’accresciuta sensibilità e consapevolezza nei confronti dell’analisi di rischio. Ora c’è una grande attenzione verso i rischi maggiori d’impresa, quali l’interruzione d’esercizio o la responsabilità civile di amministratori e dirigenti (D&O). La sicurezza dei sistemi informatici e l’operatività dei software in uso sta assumendo un’importanza fondamentale. La paura di subire un attacco cibernetico è molto più diffusa rispetto al passato. 

È previsto un sostengo finanziario per gli intermediari assicurativi il cui fatturato, a causa del coronavirus, ha subito un notevole calo?
Anche la nostra azienda, come del resto tutte le altre ditte che hanno vissuto il lockdown totale, ha beneficato dei contributi per il lavoro ridotto: non potendo incontrare di persona la clientela, l’attività è diminuita, specie per i consulenti per i quali abbiamo quindi fatto appello al lavoro ridotto usufruendo per tre settimane dei contributi previsti.  

Per quanto riguarda il calo previsto del fatturato delle aziende, va ricordato che gli intermediari assicurativi sono remunerati con una parte del premio che il cliente versa a gennaio dell’anno precedente. Pertanto solo nel 2021 saremo in grado di stabilire l’entità di eventuali perdite di fatturato. 

In questi tempi straordinari l’ASDA offre ai suoi soci un aiuto economico in forma pecuniaria o di altro genere?   
Abbiamo costantemente offerto ai nostri soci le informazioni e gli aggiornamenti necessari sull’annullamento delle nostre attività che di norma comprendono seminari, corsi di specializzazione e conferenze. In considerazione di ciò il Comitato centrale, di cui faccio parte in rappresentanza del Ticino, ha proposto una riduzione del 50% della quota sociale 2020, garantendo comunque agli associati ASDA l’invio della rivista informatica. Ci è sembrato un segnale importante che era giusto dare.