Un'intelligenza artificiale altamente sviluppata vuole inabilitare gli esseri umani e prendere il potere. È giunta alla conclusione che può salvare davvero l’umanità solo se protegge le persone che scatenano guerre e avvelenano la terra da se stesse.

Questo scenario è tratto dal film del 2004 «Io, Robot» e descrive uno sviluppo minaccioso dell’uso dell’intelligenza artificiale. Una macchina che sembra saperne più di noi, un algoritmo che ci conosce meglio di quanto noi conosciamo noi stessi: verremo tutti messi a nudo?

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Siamo lontani da un futuro di questo tipo e lo scenario appartiene al mondo della fantascienza. Tuttavia, è un dato di fatto che con la crescente digitalizzazione e la grande quantità di dati raccolti sono disponibili più infor-mazioni che mai su ogni individuo. Grazie alla maggiore quantità di dati e alle migliori prestazioni dei computer, è possibile offrire prodotti e servizi personalizzati, sia che si tratti di suggerimenti su piattaforme di streaming o portali di shopping online, sia che si tratti di soluzioni personalizzate nell’ambito della casa intelligente. La que-stione è come possiamo gestire le crescenti possibilità offerte dalla tecnologia.

Contributo dell'autrice ospite Sandra Kurmann, responsabile delle condizioni quadro, membro del comitato esecutivo, ASA

Questo sviluppo è inarrestabile anche nel settore finanziario. Ciò che nello shopping online è ancora percepito come positivo nel settore finanziario si trasforma rapidamente nel suo contrario. In particolare nel settore assi-curativo, spesso si teme che le compagnie d’assicurazione sappiano più cose su una persona di quanto essa stessa sappia di sé mettendola così completamente a nudo e nel peggiore dei casi, precludendole l'accesso all’assicurazione.

Il banco di prova

Il compito e l’obiettivo dell’assicurazione è quello di assumere i rischi, rafforzando così la situazione finanziaria di una persona e la resilienza dell’intera economia. L’attenzione si concentra sulle esigenze della clientela con-siderando principalmente anche la propensione individuale ad assumersi dei rischi. A causa della crescente digitalizzazione, le esigenze dei clienti in materia di servizi stanno cambiando (ad esempio, accessibilità costan-te, punto di contatto unico); il settore assicurativo e i modelli operativi si adatteranno di conseguenza per conti-nuare a fornire soluzioni adeguate e mantenere la competitività. Questo obiettivo può essere raggiunto sia at-traverso i progressi tecnologici, sia attraverso un maggiore utilizzo dei dati disponibili.

L’intelligenza artificiale dispone del potenziale per migliorare nonché rendere più efficienti e precisi i processi all’interno della catena di creazione del valore aggiunto del settore assicurativo. Gli ambiti d’impiego sono mol-teplici, ma mostrano nette differenze nel loro grado di sviluppo. Attualmente i punti di forza dell’intelligenza arti-ficiale risiedono principalmente nell'assunzione di compiti particolarmente ripetitivi o in settori in cui è necessario analizzare grandi quantità di dati. I sistemi supportati dall’intelligenza artificiale possono migliorare significativa-mente l’esperienza del cliente nell’ambito dei servizi, ad esempio attraverso chatbot che consentono agli assicu-rati di contattare la compagnia d’assicurazione 24 ore su 24 o attraverso una rapida ed efficiente elaborazione automatica dei casi di sinistro. Inoltre, i sistemi assistiti dall’intelligenza artificiale supportano il lavoro e il pro-cesso decisionale per il management dei clienti, per l'underwriting ecc. nella lotta contro le frodi assicurative, nel risk assessment, nel comprendere meglio le esigenze della clientela o nelle previsioni effettuate mediante mo-delli attuariali migliori o l’uso di sensori.

Anche lo sviluppo di nuovi prodotti grazie a fonti di dati supplementari e a canali di distribuzione adeguati rap-presenta un altro ambito d’impiego. È importante notare che lo sviluppo di prodotti poggia da sempre su metodi e approcci matematici, i quali consentono di effettuare previsioni basate sui dati disponibili (collettivi o individua-li). Le applicazioni basate sull’IA sono quindi il risultato di ulteriori sviluppi del pool di dati e delle possibilità che ne derivano. Se si tiene conto del rapporto costi-benefici, non tutti i progressi e le opportunità fornite dall’IA risultano rilevanti nella stessa misura per il settore assicurativo. Solo alcuni prodotti, ad esempio, richiederanno la creazione di un modello (quasi) in tempo reale per influenzare in modo significativo le decisioni aziendali.

Quadro normativo e corporate governance

Fondamentalmente, il settore assicurativo si trova quindi in un’area conflittuale tra il progresso tecnologico e la scelta dell’acquisizione di conoscenze basata sull’IA che è o dev’essere consentita. Lo stretto quadro normativo in cui opera il settore assicurativo pone al centro la tutela degli assicurati. Soprattutto per quanto riguarda l’utilizzo dei dati, esistono ampie normative che garantiscono la protezione dei dati, la trasparenza e la tracciabi-lità nonché la prevenzione di discriminazioni o manipolazioni.

Inoltre, gli assicuratori privati effettuano continuamente una valutazione ponderata tra ciò che è possibile, ciò che è accettato dalla società e ciò che è consentito quando si tratta di intelligenza artificiale. Nei casi in cui le condizioni quadro normative sono ampiamente definite, vengono adottate misure per garantire una gestione eticamente responsabile dell’intelligenza artificiale. In questo modo, le compagnie d’assicurazione si assicurano che nell’ambito dell’intelligenza artificiale l’uso dei dati sia moderato e sostenibile e che crei valore aggiunto per la clientela così come per gli altri stakeholder. Vengono implementati meccanismi appropriati per garantire la diversità, la non discriminazione e l’equità. Gli algoritmi supportano il processo decisionale, ma non prendono decisioni autonomamente. La decisione vera e propria viene comunque sempre presa o confermata dai collabo-ratori. Le strutture di governance consolidate assicurano la responsabilità e l'affidabilità degli algoritmi e dei sistemi di IA.

Come prosegue il viaggio?

Secondo uno studio empirico dell’Università di San Gallo, la clientela delle assicurazioni è più critica nei confron-ti dell’uso dei dati per prestazioni assicurative personalizzate (ad esempio, l’assicurazione di viaggio non appena il cliente si trova in aeroporto) o per premi personalizzati, rispetto all’uso dei dati per la prevenzione. Ciò signifi-ca che la prevenzione rivestirà un ruolo sempre più importante. Assieme all'assunzione del rischio, la preven-zione diventa l’elemento centrale e il punto di contatto tra la compagnia d’assicurazione e il cliente anche dopo la stipulazione del contratto e può ridurre l’entità potenziale dei danni. Ciò può avvenire, ad esempio, nell’ambito sanitario per la diagnosi precoce delle malattie o anche nell’ambito delle case intelligenti.

Da un lato, questo apre un ampio campo di possibili cooperazioni con fornitori terzi (spesso InsurTech) che raccolgono dati tramite app, sensori o Internet of Things (IoT) che possono essere utilizzati sia per migliorare i servizi attraverso offerte di prodotti personalizzati, sia per lo sviluppo di nuovi prodotti. Dall’altro, solleva anche la questione di come si possano garantire condizioni di parità con questi attori del mercato esterni al settore. Questo vale, ad esempio, per la condivisione dei dati (Open Finance).

Se i fornitori del settore finanziario sono tenuti a mettere a disposizione di altri fornitori una parte o tutti i loro dati, occorre garantire che anche questi ultimi siano obbligati a dare accesso ai dati a loro disposizione (parola d'ordine: condivisione reciproca dei dati). Questo principio deve valere non solo per i fornitori di prodotti classici, ma anche per gli intermediari o i fornitori tecnici come le BigTech. Si tratta di una sfida per il settore e per le autorità.

A questo punto si chiude il cerchio e si torna di nuovo al discorso sui portali di shopping online e alle BigTech con servizi e prodotti personalizzati. La loro quantità di dati e informazioni disponibili su ciascun utente supera di molto quella degli assicuratori. È quindi solo questione di tempo prima che queste aziende tecnologiche entrino in nuovi mercati. Il primo passo sarà il marketing su misura, che possono offrire come fornitori terzi. Tuttavia, la strada per lo sviluppo e la distribuzione di prodotti assicurativi simili non è poi così lontana. In questo caso, oc-corre garantire che il quadro normativo si applichi in egual misura a tutti gli attori del mercato («stessa attività - stessi rischi - stesse regole»).

Il settore assicurativo, grazie a strutture di governance consolidate e a un approccio eticamente responsabile all’intelligenza artificiale, può fare da contrappunto, limitando ad esempio la quantità di dati utilizzati, in particola-re nella concezione dei prodotti. In ultima analisi, è sempre l’assicurato a decidere quanti e quali dati possano essere forniti e utilizzati dalla compagnia d’assicurazione. Nel settore assicurativo si stanno quindi prendendo dei provvedimenti per evitare sviluppi distopici che metterebbero a nudo la clientela. In altri ambiti della vita, Alexa, Siri e altri sono diventati gadget consolidati e compagni fedeli, i cui algoritmi di intelligenza artificiale ven-gono utilizzati in base all’enorme quantità di informazioni e dati liberamente forniti, ma spesso inconsapevol-mente. Per quanto questi strumenti siano pratici, non va dimenticato il rovescio della medaglia. Si può avere l’impressione di essere esposti a un osservatore e ascoltatore costante che in qualsiasi momento è pronto a fornirci l’offerta giusta. Occorre quindi una possibilità per sfuggire all’intelligenza artificiale. In questo contesto è necessaria anche la responsabilità individuale affinché non si finisca per diventare degli oggetti di marketing messi a nudo.