Si evidenziano tuttavia motivi differenti contro l’uso del «tu» a seconda delle fasce d’età: in un contesto formale i giovani lo considerano poco professionale, mentre le persone più anziane lo ritengono scortese.

Sorprendono invece meno le differenze di opinione tra le fasce d’età per quanto riguarda l’opportunità di dare del «tu» o del «lei» nella comunicazione tra aziende e privati. In generale, le persone più giovani accettano più di buon grado l’uso del «tu» rispetto a quelle più anziane. Lo studio AXA conferma anche le diverse preferenze regionali: in confronto alla Svizzera romanda e in Ticino, sie in Svizzera tedesca si predilige di gran lunga l’uso del «tu».
Il contesto ha un peso maggiore rispetto all’età

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Il fattore principale che influisce sull’atteggstiamento personale nei confronti del «tu» non è tanto l’età, quanto il contesto di comunicazione che deve essere collegiale, informale e disinvolto affinché il «tu» risulti appropriato. In concreto ciò significa che in un’associazione sportiva il «lei» viene preferito da appena una persona su venti, mentre a uno stand di take-away si passa già a una persona su cinque, a quasi una su due alla cassa del supermercato e a due terzi delle persone intervistate quando si tratta di sportelli bancari. 

Dare del «tu» come segno di scarsa professionalità

All’uso del «tu», già affermatosi in svariati ambiti, si preferisce quello del «lei» se il contesto si fa più serio e professionale; questa l'opinione soprattutto dei giovani di età compresa tra i 15 e i 29 anni che, molto più dei 30enni e dei 70enni, ritengono l’uso del «tu» poco professionale in contesti più formali. Le persone anziane rifiutano il «tu» in contesti lavorativi, soprattutto per motivi di rispetto, e ne riservano l’uso ad ambiti privati e personali. Generalmente, dare del «tu» è ritenuto invadente o sfacciato solo da un numero esiguo di persone, e questo a prescindere dall’età.

Le differenze di età sono invece maggiori per quanto riguarda l’uso del «lei». Maggiore è l’età, minore è la percentuale di coloro che considerano superata la cultura del «lei», ritenuta obsoleta da quasi un quinto di tutte le persone intervistate, mentre circa un terzo è di parere contrario. L’età svolge a riguardo un ruolo decisivo, come risulta dalle risposte alla domanda se sia sfrontato l’atteggiamento di una persona più giovane che si rivolga con il «tu» a una più anziana. È chiaro che le persone più anziane sono le meno disposte ad accettarlo. Le diverse generazioni sono invece concordi sul fatto che ci si dà del «tu» solo se è stato il proprio interlocutore a proporlo per primo. (AXA/hzi/ps)